A pochi giorni di distanza dalle ultime repliche romane dello spettacolo "Don Chisciotte" la Compagnia Enter iniziava a valutare la possibilità di concludere il ciclo degli allestimenti dedicati al Teatro Spagnolo con un omaggio a Federico Garcia Lorca, nell'imminente settantesimo anniversario del suo barbaro assassinio.


Ci trovavamo ormai sul finire del 2005. La Direzione della Compagnia decideva così di verificare l'esistenza o meno delle necessarie condizioni per la messa in

atto del nuovo progetto.


Nel corso della realizzazione della Trilogia " I giovani e il teatro Spagnolo" avevamo potuto constatare un aumento dell'interesse nei nostri confronti, sia in

termini di consenso di pubblico, di attenzione della critica che di osservazione da parte delle Istituzioni locali. Di fondamentale importanza si era poi rivelata la

collaborazione preziosa della Reale Accademia di Spagna a Roma: il viaggio del "nostro Don Chisciotte", che di li a pochi mesi avrebbe consacrato il gruppo

Enter come Migliore Compagnia del X Festival Nazionale del Teatro "Salvo Randone", era iniziato proprio nel Chiostro di San Pietro in Montorio al sorgere dell'Estate del 2005.


L'urgenza del momento in questione si manifestava chiara e improcastinabile. Nell'interesse del nuovo progetto in sè e del futuro del gruppo teatrale, la Direzione della Compagnia aveva il compito di concentrare a favore della nuova iniziativa dedicata a Federico Garcia Lorca un insieme di risorse economiche ed umane decisamente più grande di quello avuto a disposizione nella Trilogia appena conclusa.


In altri termini si imponeva la ricerca di un consenso più ampio presso un numero più grande di Istituzioni locali e di Enti privati sponsorizzatori.


Nei primi mesi dell'inverno la Direzione della Compagnia, grazie alle disponibilità espresse dal Municipio Roma XVI, dalla Provincia di Roma e dalla Società Endesa Italia, riusciva a reperire la copertura necessaria alla realizzazione di un evento capace di marcare una presenza più significativa nel panorama dell'Estate Romana 2006.


La Direzione dell'Accademia di Spagna garantiva all'iniziativa una sorta di status di "interesse pubblico" con l'offerta della meravigliosa scenografia naturale dei suoi giardini interni, di norma non aperti al visitatore.


Prendeva in questo modo forma e identità il progetto intitolato "Il Vero Nome delle Cose". L'appuntamento al pubblico era lanciato per un'intera settimana, dal 7 al 13 Luglio 2006.














































Seguendo i collegamenti visibili nella pagina precedente l'utente di questo sito potrà visitare le gallerie fotografiche contenenti le immagini più significative dello spettacolo, oppure ripercorrerne i momenti più salienti attraverso la visione di alcune clip video.


Vi invitiamo inoltre a scaricare i documenti cartacei disponibili su questa pagina contenenti informazioni più dettagliate sul senso e sulle caratterstiche dello spettacolo.


"Il Vero Nome delle Cose" ha certamente segnato una pagina importante nella storia del nostro gruppo teatrale e certamente un significativo contributo per l'affacciarsi sulla scena cittadina dell'Associazione "Spazio Comune", una sorta di federazione fra almeno venti delle Compagnie operanti sul territorio cittadino

da diversi anni nel campo del Teatro come in quello della Danza con una particolare attenzione sempre rivolta al tema delle "culture diffuse" ed alla ricaduta sociale delle attività del mondo dello spettacolo.


Allo spettatore che non ha avuto modo di godere della nostra iniziativa come all'organizzatore culturale interessato alla pratica teatrale della Compagnia Enter vogliamo rivolgere un'ultima considerazione.


Il Vero Nome delle Cose è uno spettacolo che sa viaggiare con eleganza e leggerezza nella produzione poetica come in quella teatrale di uno dei geni del XX Secolo stroncati dalla barbarie della dittatura, è un evento al quale fanno da sfondo scenografie naturali o monumentali, è un binario fatto di stazioni e di

accellerazioni che conducono il visitatore al nucleo misterioso della verità nascosta nei nomi delle cose...

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