“Matilde e Beniamino - Provini per animali da palcoscenico” è una commedia sul teatro e per il teatro. Attraverso il mondo dei provini, pieno di aspettative, ansie, entusiasmi e frustrazioni vengono alla luce le difficoltà esistenziali e pratiche di tutti quelli che tentano di fare teatro.


Matilde e Beniamino vivono la realtà marginale del teatro, quello che mediante i pochi mezzi a disposizione tenta comunque una rivoluzione che mira a ripristinare il senso del rito e di un'arte che abbia nell'aggregazione la sua prima caratteristica. Tutti quelli che si presentano ad un provino manifestano un differente approccio al teatro e alla recitazione, a seconda della loro formazione ma soprattutto  della loro filosofia del teatro - seppur spicciola - che hanno sviluppato: dall’attrice professionista alla ragazza impacciata, dal timido idealista alla snob arrogante, fino ad arrivare al belloccio che scambia il “Don Giovanni” per un prete come “Don Camillo”. Ognuno di loro si cimenta con un testo che rappresenta una tappa importante per la storia del teatro. A partire dai “classici” Shakespeare e Moliére, passando per Ibsen, fino a giungere a Tennessee Williams e Jean Genet. 

Matilde, figlia di un teatro che non ha mai smesso di ricercare la sua vera essenza, incapace di venire a compromessi con una cultura a buon mercato, parla con il teatro, interrogandolo, lusingandolo, a volte quasi rimproverandolo per la sua apparente indifferenza.


Matilde e Beniamino, personaggi sempre in bilico tra realtà e sogno, attraverso battute e dialoghi esilaranti, appaiono surreali ma allo stesso tempo veri nell'incarnare la loro idea di arte e nel mettere in evidenza la difficoltà di continuare a credere nell'utopia di un teatro libero da leggi commerciali alle quali sembra sempre più inevitabile dover sottostare.

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