ABBIAMO VISTO, VENERDì 8 NOVEMBRE
1.9.8.9 … OVVERO L’ULTIMO NASTRO DER FIJO DE MIMÌ
AL TEATRO TORDINONA
E’ ultimo lavoro della Trilogia della Compagnia Enter dedicata alla Memoria ed alla Famiglia. La Trilogia ha portato in scena “Miracoli del Magico Fascicolo” e “Anduma”.
Nel primo il nostro protagonista comincia proprio dalla lettura di questo fascicolo, un carteggio ingiallito dal tempo rinvenuto nell’archivio storico del suo posto di lavoro, un vecchio fascicolo di documenti appartenuto a sua madre. Così, in quella magica notte, oggetti di figure care ormai scomparse, facevano riemergere ricordi del personaggio, affiorare voci del passato. Il secondo racconto “Anduma”, è un espandere i ricordi, quelli dei genitori e quelli di un tempo, l’infanzia, in cui l’autore ascoltava e partecipava di eventi più lontani ancora. Stimolato dal presente, e da circostanze che lo vedevano ora in un altro ruolo, quello del genitore di un piccolo bimbo, si trova a rivivere situazioni simili a quelle passate. Quest’ultimo lavoro “1.9.8.9. … ovvero L’ultimo nastro der fino de Mimì” è dedicato, come dichiara il titolo, ad un anno particolare, il 1989. E come forse più che nei precedenti lavori, a ricordi intimi e familiari, fanno da sfondo le vicende storiche dell’epoca. Anche qui frammenti di memoria, ma di un’età diversa. Il ragazzo quindicenne evoca la posizione di qualunque adolescente, in quel tempo della vita, sospeso tra l’infanzia e l’età adulta, tra momenti personali e slanci ed interessi sociali. Sulla scena, ancora una volta, scorrono le immagini dell’epoca e si diffondono musiche che s’intrecciano e si mescolano al racconto del protagonista. Che dire? la memoria è la nostra identità, è ciò che siamo stati e siamo divenuti. Una volta, un uomo della cultura dell’Africa Centrale mi raccontò del suo villaggio; il delitto più grave che si potesse commettere era offendere od uccidere un anziano. Perché esso rappresentava concretamente la memoria, l’identità e la storia, non solo personali, ma di tutto il popolo. Era considerato testimone e presenza di tutto ciò che erano divenuti e che sapevano di essere. Nella nostra società, in questi anni, le relazioni si sono rarefatte, non c’è tempo per ricordare, corriamo sempre, sempre più velocemente, senza aver capito dove stiamo andando. Per questo la trilogia di Luca Milesi coglie nel segno. Lo fa in modo semplice ed immediato come semplici ed immediati sono i ricordi quando riaffiorano. Così lo spettatore può andare via con la sensazione di essersi scaldato attorno ad un fuoco, quello di un calore umano fatto di schiettezza, ricordi, emozioni.
Danilo Ferrin
Scritto, diretto e interpretato da Luca Milesi
Aiuto regia Maria Concetta Lotta
Videomaker Francesco Sotgiu
Assistente alla regia Domizia D’Amico
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